martedì 17 gennaio 2012

Simone di Filippo, Polittico

Polittico (dettaglio, incoronazione di Maria)
Simone di Filippo detto "de' Crocefissi" (Bologna, doc. dal 1355 - già morto nel 1399) Datazione: 1365 - 1370 tavola cm 180x248,5 Secolo: XIV Provenienza: Mercato antiquario (già in S.Domenico) - Bologna, Pinacoteca Nazionale, 08.12.2011

«Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle» (Ap 12, 1)

«Infine, l'immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la Regina dell'universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti, il vincitore del peccato e della morte» (CCC, 966)

L'incoronazione di Maria è l'ultimo dei Misteri Gloriosi, che un tempo concludevano il Rosario. In questo dettaglio c'è un particolare insolito: Gesù usa due mani per incoronare la Vergine. In genere questo tipo di soggetto, popolarissimo nel Medioevo e in particolare nei dintorni del 1400, Gesù usa solo la mano destra, mentre la sinistra rimane in grembo o sostiene qualche oggetto simbolico. Una variante medievale precedente è Gesù che incorona Maria con la mano sinistra mentre con la destra fa un gesto benedicente. Maria ha quasi sempre le mani incrociate sul petto in segno di devozione, ma non è mai in ginocchio, bensì assisa in trono.

Solo in epoca più tarda questa rappresentazione cambia forma e pone Maria in una posizione decisamente più sottomessa: in ginocchio e incoronata dal padre e dal figlio contemporaneamente. Il ruolo di Maria, unica donna dell'universo cristiano ad appartenere alla cerchia della divinità, e quindi a raccogliere l'eredità di tutte le divinità femminili del passato, è sempre stato una questione delicatissima e controversa all'interno della teologia. Nel Paradiso, Dante la raffigura infatti come una contraddizione completa e vivente: "Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio"

Il paradosso di generare il proprio creatore si risolve proprio nel mistero Mariano dell'incoronazione, in cui il cerchio si chiude il figlio stesso l'accoglie a far parte dei più alti troni divini. In questo periodo, in cui le visioni gnostiche e il culto Mariano sono fortissimi e vanno a ricollegarsi agli archetipi femminili precristiani, l'atto dell'incoronazione è visto come un momento di grande intimità tra la madre e il figlio, un momento di accoglienza, riconoscimento e ricongiungimento, che va a completare una sorta di "quaternità" divina. La posizione tra madre e figlio è molto paritetica, tutto sommato, e non ci sono i segni di enfasi e sottomissione femminile presenti ad esempio nell'arte barocca. E' ancora forte la memoria del ruolo fondamentale di Maria dopo la morte di Gesù, progressivamente cancellato dalla tradizione cristiana, e della sua storia umana.

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