martedì 17 gennaio 2012

Maestro dell’Avicenna, Paradiso e Inferno

Maestro dell’Avicenna, Paradiso e Inferno (detail #1)
Maestro dell’Avicenna (Bologna, prima metà del XV secolo) Paradiso e Inferno Datazione: 1435 circa tempera su tavola cm 111x78,5 Secolo: XV Provenienza: Istituto delle Scienze - Bologna, Pinacoteca Nazionale, 08.12.2011

Maestro dell’Avicenna, Paradiso e Inferno (detail #2)
In questa rappresentazione dell’Universo dantesco, così simile al grande affresco della Cappella Bolognini in San Petronio, vediamo l’ordine cosmico aristotelico prendere forma nella visione grottesca e orrorifica tipo del periodo medievale. Il paradiso e gli inferi sono in una tremenda lotta in cui l’uomo è preso in mezzo, con il costante rischio di precipitare tra i tormenti demoniaci, o che i demoni stessi sfuggano alla guardia dell’Arcangelo Michele raggiungendo il regno dei vivi.

In alto, una schiera di Serafini racchiude la Vergine Incoronata e il Cristo sovrastati da Dio Padre, mentre la gerarchia angelica attorno riflette l’ordine dei cieli secondo la visione dantesco-aristotelica. La parte mediana vede i Santi della Chiesa in una potente assemblea di troni dorati, mentre al di sotto dell’Arcangelo Michele si apre una visione di corpi straziati e demoni che si accaniscono su di essi.

In questa immagine non ci sono vie di mezzo, il messaggio è chiaro: o si ambisce alla santità o si precipita tra i tormenti dell’inferno, al centro del quale troneggia, incatenato dalla potestà divina, un gigantesco Lucifero: « Lo 'mperador del doloroso regno », come lo descrive Dante nella Commedia. E’ chiaro l’intento moraleggiante di questo tipo di rappresentazione, ma anche il gusto per il macabro e il grottesco, che privilegia le raffigurazioni impressionanti e mostruose, giocando con i sentimenti di repulsione e curiosità dello spettatore.

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